Le pietre preziose, creature del regno minerale, rappresentano i beni più duraturi della Terra. Quando nell’età neolitica l’uomo si accorse della loro bellezza , rimase affascinato dal colore e dalla lucentezza de alcune di esse così che furono a loro attribuiti poteri soprannaturali, vennero scambiate tra i popoli assumendo un grande valore di scambio. Jean-Baptiste Tavernier fu uno dei primi pionieri del commercio di diamanti tra l’Europa e l’India. Sebbene nato a Parigi, i suoi antenati provenivano d Antwerp in Belgio. 
Nel suo libro " I sei viaggi di Jean-Baptiste Tavernier”, documentò numerosi schemi di taglio di diamanti praticati in India e divenuti poi storici.
Il “Florentine Diamond” posseduto inizialmente dal duca di Burgundy appartenente alla famiglia Medici, fu studiato nel 1657 da Tavernier il quale ne riprodusse lo schema di taglio con i suoi disegni quando il gioiello apparteneva alla collezione del Gran Duca di Toscana.
Il primo schema del taglio “brillante classico” fece la sua apparizione nel XVII secolo e fu largamente accreditato dall’ambasciatore italiano, il cardinale Mazzarini profondamente affascinato dalle gemme che collezionò con grande passione tant’è che i primi brillanti furono conosciuti come “Mazarini” e definiti con il termine “doppio taglio brillante”, il cui schema era caratterizzato da 17 faccette sulla corona. Successivamente Vincenzo Peruzzi, un tagliatore veneziano, introdusse una evoluzione del taglio brillante raddoppiando le faccette sulla corona da 17 a 33.
Tavernier documentò nel suo libro il trasferimento del famoso diamante “Koh-i-Noor” dal Sultano di Golconda al Principe Auragzeb di Persia a metà del 1600. E proprio al Principe di Persia venne addebitata la riduzione di caratura da 793 a 186 del famoso diamante, a causa dell’errore di un tagliatore.
A metà del 1500 l’ambasciatore francese in Turchia, Nicolas Harlai, acquistò un diamante di 55 carati conosciuto come “Sancy Diamond”, successivamente venduto al Cardinal Mazzarini a metà del 1600, poi posseduto dal Principe russo Anatole Demidoff ne 1800 ed infine da William Waldorf Astor all’inizio del 1900.
Il “Florentine Diamond” posseduto inizialmente dal duca di Burgundy appartenente alla famiglia Medici, fu studiato nel 1657 da Tavernier il quale ne riprodusse lo schema di taglio con i suoi disegni quando il gioiello apparteneva alla collezione del Gran Duca di Toscana.
Il primo schema del taglio “brillante classico” fece la sua apparizione nel XVII secolo e fu largamente accreditato dall’ambasciatore italiano, il cardinale Mazzarini profondamente affascinato dalle gemme che collezionò con grande passione tant’è che i primi brillanti furono conosciuti come “Mazarini” e definiti con il termine “doppio taglio brillante”, il cui schema era caratterizzato da 17 faccette sulla corona. Successivamente Vincenzo Peruzzi, un tagliatore veneziano, introdusse una evoluzione del taglio brillante raddoppiando le faccette sulla corona da 17 a 33.
Tavernier documentò nel suo libro il trasferimento del famoso diamante “Koh-i-Noor” dal Sultano di Golconda al Principe Auragzeb di Persia a metà del 1600. E proprio al Principe di Persia venne addebitata la riduzione di caratura da 793 a 186 del famoso diamante, a causa dell’errore di un tagliatore.
A metà del 1500 l’ambasciatore francese in Turchia, Nicolas Harlai, acquistò un diamante di 55 carati conosciuto come “Sancy Diamond”, successivamente venduto al Cardinal Mazzarini a metà del 1600, poi posseduto dal Principe russo Anatole Demidoff ne 1800 ed infine da William Waldorf Astor all’inizio del 1900.
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